In verità è meglio mentire di Kerstin Gier: teaser e recensione




KERSTIN GIER 
IN VERITA' E' MEGLIO MENTIRE






'giorno lettori! Qualche settimana fa ho letto un libro davvero molto carino, ma poi, tra una cosa e l'altra, mi sono dimenticata di parlarvene. E' un romanzo molto chiacchierato, questo, ma ci tenevo comunque a scriverci su due parole, soprattutto perché è una delle poche novità editoriali che è riuscita a sorprendermi -piacevolmente, s'intende. Mi riferisco a 'In verità è meglio mentire' di Kerstin Gier; quando l'ho aperto ero piuttosto scettica, perché i primi tre libri della Gier sono degli urban fantasy, e conoscete tutti la mia quasiallergia nei confronti di questo genere letterario. Ho poi scoperto che 'In verità è meglio mentire' è un incrocio fra un romance e un chick lit; romance perché le ambientazioni e il contesto sono tipicamente harmonyani... chick lit perché la Gier infarcisce i dialoghi di una massiccia dose di ironia, un'ironia che dissacra, con occhio cinico ma segretamente sognante, l'amore e i rapporti fra uomini e donne.  Inoltre, con questo libro l'autrice ha creato una delle protagoniste più adorabili e simpatiche di cui ho memoria. 
Infatti, nonostante Carolin sia una ragazza dall'intelligenza spaventosa, nonostante questa intelligenza l'abbia portata ad avere pochi amici e una vita sentimentale piuttosto complicata, nonostante sia rimasta vedova da poche settimane, il suo senso dell'umorismo, il suo carattere brillante, dolce e vulnerabile (ma non per questo senza spessore!) la rendono un personaggio godibilissimo, a cui ci si affeziona facilmente e che vi strapperà più di un sorriso. 
Anche i genitori, la sorella e le (poche) amiche di Carolin mi sono piaciute. Un po' meno l'ex fidanzato di lei, ma questa è un'altra storia. 
Siccome questa non è una recensione ma un semplice scarabocchio per consigliarvi una lettura che si è rilevata estremamente interessante, mi limiterò a raccomandarvi di non perdere il nuovo libro della Gier e a postarvi il teaser di un passaggio che ho trovato particolarmente divertente. 








"Al contrario di mia sorella, che di fronte a un bambino le s’illuminava lo sguardo e cominciava a mormorare idiozie, per me, anche prima che iniziasse la mia fase misantropa «Tutti Idioti», i bambini non erano per forza splendidi. Non amavo particolarmente nemmeno la figlia di mio fratello, Eliane. La cosa dipendeva forse dal fatto che la vedevo poco (per fortuna), e che le volte in cui accadeva lei piagnucolava («il biscotto non
lo voglio, è rotto!»), si trapanava il naso, mangiava le caccole («Mamma, Carolin mi guarda male») e scagliava in un angolo con disprezzo i libri illustrati che le portavo «Non volevo un libro con le tartarughe, ma uno con una principessa.» – «Non volevo un libro con una principessa, ma uno con una bambinaia che fa le magie.» – «Non volevo un libro con una bambinaia che fa le magie, ma uno con le tartarughe.»). Nemmeno io sapevo perché mi ostinassi a presentarmi ogni volta con un libro illustrato. Probabilmente volevo sentire cosa aveva da ridire ogni volta. O finire negli annali di famiglia come la stupida zia che regala sempre libri. La madre di Eliane – mia cognata Susanne, detta «Sega circolare» – ci mise del suo dicendo: «Ma perché non le hai portato il cuscino del principe ranocchio con la tasca segreta così come ti avevo detto? Avresti risparmiato una grossa delusione sia a te sia a Eliane». Ovviamente per me Susanne era altrettanto terribile, ma se non altro non ero l’unica a pensarlo. In famiglia nessuno l’amava particolarmente – a parte mio fratello, naturalmente, che del resto se l’era sposata. «Anche se nessuno capisce il perché» diceva sempre Karl. 
La madre in farmacia aveva una affinità spirituale con lei, erano gemelle nell’animo. 
«Marlon, non credo che il farmacista sia contento se gli mescoli le buste delle caramelle gommose» disse con voce soave. «Mescolare» era un modo carino per dire «scaraventare a terra». Il farmacista era alle prese con un’altra cliente e non vide che cosa aveva fatto Marlon. Avrà avuto cinque anni e per prova calpestava una busta.
«No scoppa!» disse deluso.
Cosa?
«Facci un bel salto sopra, vedrai se scoppia» gli disse la mamma, girandosi verso la figlia maggiore. «Flavia, aiuta Marlon a rimettere a posto gli orsetti gommosi! Altrimenti finisce che dobbiamo pagarli tutti.»
«Non sono stata io a buttarli a terra» disse Flavia.
«Ti prego, non ricominciamo, mia cara signorina! Adesso, voi due raccogliete tutte le bustine.» La donna spostò il più piccolo sull’altro fianco, e lanciò un’occhiata glaciale alla figlia che sfiorò anche me. Per poco anch’io non mi chinavo a raccogliere le bustine. Per poco.
Il farmacista aveva salutato la cliente e guardava oltre il bancone. Avrà avuto trent’anni, sembrava un ragazzino con i capelli corti e castano
chiaro, e le lentiggini sul naso. «Oh, e cos’è successo laggiù?»
«Adesso non faccia come se fosse la prima volta» lo investì la madre. «Questi dolcetti considerati tanto salutari li mettete apposta a portata di mano dei bambini, così succede quel che succede e poi i genitori sono obbligati a comprare tutte queste schifezze.»
Il farmacista sembrava sbalordito. Poi il suo sguardo ricadde su di me, e un sorriso fece apparire delle piccole righe agli angoli della bocca.
«Oh, salve!»
Ecco, lui sì che era carino, altro che il bambino col berretto.
«C’eravamo prima noi!» La donna mi guardò con aria cattiva. «Non serve guardarmi così!»
Mio marito è morto, stupida oca che non sei altro. Posso farlo.
Flavia appoggiò la bustina rotta sul bancone. «Ci è saltato sopra Marlon.»
«No vero! Era rota.»
«Naturalmente la pago» abbaiò la donna. «Proprio come aveva previsto lei, no?»
Il farmacista sembrava ancora più sbalordito, ma non replicò; domandò con gentilezza: «Desidera qualcos’altro?»
Non potei fare a meno di sghignazzare.
«Pidocchi» inveì la donna. «Sono di nuovo in giro e, dal momento che certa gente non rispetta le regole e non si cura di impedire la diffusione di quelle bestioline, per sicurezza voglio tenere in casa qualche rimedio.» Mi lanciò un’altra occhiataccia, come se rientrassi anch’io nella categoria «certa gente». A mo’ di prova, mi grattai la testa.
Mentre il farmacista le vendeva uno shampoo antiparassitario e un pettine per le lendini, Marlon si era avvicinato allo scaffale dei cosmetici.
Trattenni con ansia il fiato, ma Marlon si accontentò di sparare alla scatola di una crema urlando «Pum, sei moto». 
Poiché Flavia intanto si mangiava le unghie, la madre comprò anche un gel amaro per unghie, prima però pretese che le venisse spiegato il contenuto. Quando finalmente i quattro se ne andarono, il farmacista sembrò sollevato. E come biasimarlo?











Il libro: 158 di quoziente intellettivo, plurilaureata, brava musicista, una maga con i numeri, carina, un po' freak e... vedova a nemmeno trent'anni: Carolin trova che la sua vita sia decisamente complicata e che la sua intelligenza rappresenti più che altro un impiccio nella ricerca della felicità. Ha abbandonato il fidanzato Leo per il padre di lui, Karl, uomo ben più affascinante e in grado di apprezzare le qualità di lei. Ma dopo cinque anni Karl muore lasciandola in un mare di guai, primo fra tutti una favolosa eredità di cui Carolin non sospettava l'esistenza, e un esercito di parenti infuriati che la rivendicano. Fra pessime psicoterapeute, farmacisti sospettosi e avvocati minacciosi, Carolin cerca di superare il suo dolore, cavarsi fuori dai guai e, perché no?, trovare l'uomo giusto per lei e a cui non importa se è "troppo" intelligente.


7 commenti:

  1. Avevo già notato questo titolo... ma adesso mi è proprio venuta voglia di leggerlo!

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  2. Ciao Lorenza :)
    Ti consiglio moltissimo questo libro, è una perfetta lettura da ombrellone e in più sono sicura che riuscirà a strapparti più di un sorriso :)

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. wow l'ho letto proprio oggi senza leggere sul blog la recensione :D
    che dire molto carino, certo non lo rileggerei cento volte, ma è stato un buon passatempo e alcune situazioni mi hanno fatto proprio ridere, ad esempio quando lei penso che il suo amico sia..... (non lo scrivo per non spoilerare) bè da lì ho letto tutto il resto col sorriso sulle labbra, anche se mi aspettavo un finale molto diverso, ma ripensandoci forse è meglio così XD

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    1. Di solito neanch'io rileggo i libri da ombrellone... anzi, ti dirò: gli unici libri che mi concedo di leggere più di una volta sono i classici. Ho perso il conto di quante volte mi sia tuffata nella rilettura di Orgoglio e pregiudizio, per non parlare di Persuasione... il record assoluto, però, penso vada a Jane Eyre e Cronache di poveri amanti :)
      Ciò non toglie che In verità è meglio mentire sia un buon modo per passare un pomeriggio al mare, esattamente come ho fatto io :D
      Ahaha, ho capito cosa intendi... a me ha fatto troppo ridere il vicino di Carolin... per non parlare della gente stramba che si presenta puntualmente in farmacia! :)

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  5. Ciao Elisa! Visto che è merito tuo se ho letto questo simpaticissimo libro, mi auguro non ti spiaccia se ti cito nella mia recensione :) A presto.

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  6. Ciao Lorenza, certo che non mi dispiace. Sono felice che il libro ti sia piaciuto e leggerò presto la tua recensione :)

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