Prime impressioni: Vita segreta di Maria Capasso di Salvatore Piscicelli






SALVATORE PISCICELLI
VITA SEGRETA DI MARIA CAPASSO


Comincio col raccontarvi un aneddoto su <<ma quant'è piccolo il mondo!>>. 
Mio fratello, che di computer non ci capisce una cippa, mi chiede spesso di fare per lui alcune ricerche su Amazon... 
<<l'anno scorso ti sei comprato un computer che costa più della mia auto, non puoi fartele tu 'ste ricerche?>>
<<non ho internet>>
<<embé? hai il wi-fi, no? Collegati>>
<<wi che?>>
Insomma, io con 'sti maschi non ci so proprio fare, qualche giorno fa su facebook mi lamentavo del fatto che gli uomini della mia vita mi soggiogano fin troppo facilmente. 
Detto ciò, ci tengo a precisare che mio fratello è un cinofilo ancora più ossessionato della sottoscritta. Tra lui e il mio ragazzo, in famiglia possiamo contare su un centinaio di dvd e videocassette :/
E comunque. Spulciamo alcune pellicole introvabili dai titoli che sono tutto un programma, per poi finire sul film di un certo Salvatore Piscicelli; il nome non mi è nuovo, penso aggrottando la fronte. Mio fratello è entusiasta, Le occasioni di Rosa (questo il titolo del film) lo <<cercava da un sacco di tempo>>, <<è davvero bello>> e del suo parere, devo ammetterlo, mi fido. 
Ecco come ho scoperto che Salvatore Piscicelli, autore di Vita segreta di Maria Capasso, prima di essere uno scrittore è anzitutto un apprezzato regista, <<critico cinematografico, sceneggiatore>> eccetera, eccetera. Ché poi c'era scritto anche sul retro della sovracopertina, alla quale mi ero dimenticata di dare una scorsa.  
Tornando a noi, che su questo punto mi sono già dilungata abbastanza, tre giorni fa ho iniziato a leggere Vita segreta di Maria Capasso. Sono più o meno a metà, ma non pensate che la colpa di cotanta lentezza sia dell'autore, perché Piscicelli è davvero bravo e il suo stile è talmente scorrevole che nel giro di mezza giornata, ma soprattutto armata di buona volontà, questo libro me lo sarei letteralmente pappato. Purtroppo non ne ho avuto il tempo (sistemare casa, il lavoro, insomma le solite cose...). 
Vi sto parlando di questo libro perché, nonostante non lo abbia ancora finito, Piscicelli è la dimostrazione di come le prime impressioni possano spesso ingannare. 
Vi spiego perché. 
Vita segreta di Maria Capasso ingrana malissimo. A pagina uno volevo chiuderlo e buttarlo fuori dalla finestra. L'inizio è veramente un'accozzaglia ignobile di stereotipi e ingenuità tipiche di un ficcynaro inesperto. 
Che poi. 
Facciamo finta che il suddetto libro sia rivestito da una copertina completamente bianca. Lucida, pulita. Niente immagini, nessun titolo, ma soprattutto nessun indizio riguardo al sesso dell'autore. Bé, penso che a pagina uno chiunque capirebbe all'istante che Vita segreta di Maria Capasso è stato scritto da un uomo. 

<<Dunque, mi chiamo Maria Capasso. All'epoca in cui comincia questa storia ho trentasette anni e, a dispetto di ben tre gravidanze, sono una donna piuttosto piacente, non faccio per dire. Altezza media, capelli neri, lunghi e folti, un viso dai lineamenti regolari, né grassa né magra, diciamo che ho le cose giuste al punto giusto: un discreto posteriore e soprattutto un bel seno colmo, che sono poi le attrattive per le quali gli uomini si voltano a guardarmi. Mi piacciono i vestiti semplici ma eleganti, i colori tenui e pastellati, le scarpe con i tacchi alti e lo smalto rosso classico, non quegli smalti neri, blu o viola che si mettono sulle unghie la maggior parte delle ragazze.>> 

Credo che una donna del genere sia il sogno di ogni uomo tra i 15 e i 60 anni di questo pianeta. 
Il particolare più agghiacciante di tale descrizione l'ho sottolineato in grassetto; il fatto che a pagina uno la protagonista si descriva, poi attacchi a parlare di suo marito, dei suoi figli, poi della storia della sua vita, dei suoi genitori, delle sue disgrazie; un inizio del genere farebbe perdere la pazienza a qualsiasi lettore navigato o che non abbia molto senso dell'umorismo. Io sono una creatura tenace per natura e sono andata avanti, nonostante qualcosa mi suggerisse di smettere immediatamente di torturarmi in questo modo. 
Meno male che non ho dato ascolto alla mia vocina interiore! Il libro migliora man mano che la storia si arricchisce di fatti e particolari; trovo assolutamente adorabili gli spezzoni in cui i personaggi parlano in dialetto napoletano, che credo essere una delle lingue più affascinanti del nostro Paese. Conferiscono veridicità alla narrazione e contribuiscono a creare un clima di intimità tra il lettore e Maria, la voce narrante nonché protagonista di questa storia.
La trama si fa sempre più interessante, nonostante l'ambiguità della protagonista, che alcuni potrebbero definire sfaccettata; secondo me è un po' contraddittoria: a volte recita la parte della madre e moglie perfetta, si lascia andare a pensieri stucchevoli 

<<l'affetto e la famiglia per me vengono prima di tutto>> 

racconta aneddoti romantici avvenuti fra lei e il suo <<forte, sano, vigoroso marito>>; tuttavia non esita ad abbandonarlo nel momento di maggiore difficoltà, appena pochi giorni dopo che il dottore lo dichiara affetto da un cancro incurabile. Lui si rinchiude in una rabbiosa solitudine che lo allontana dai suoi affetti.  
Una solitudine sicuramente voluta, a cui Maria si è fin troppo facilmente adeguata, spassandosela con un ricco uomo d'affari che in cambio dei suoi servigi le elargisce... come possiamo chiamarle? <<bustarelle>> è troppo volgare? 
E come possiamo definire questa donna bella, giovane e stanca del mondo? 
Una prostituta? Una vittima? Una carnefice? Una martire che si sacrifica per il bene dei figli? 
Questo è tutto da vedere. Non mi resta che continuare a leggere il libro, ribadendo che la prima impressione è stata negativissima, ma che poi, con il progredire della storia, questa impressione è mutata e si è trasformata in un tiepido apprezzamento per lo stile scorrevole con cui l'autore si addentra, spia, s'introduce nella Vita segreta di Maria Capasso


Ovviamente questa non è una recensione, ma solo un 'pensiero lampo' su un libro che vale sicuramente la pena leggere; ci rivediamo presto con la recensione vera e propria e... siccome mio fratello il film alla fine se l'è comprato, magari vi farò anche sapere com'è. 





Il libro: Siamo a Napoli. Maria è sposata con un operaio e ha tre figli, fa la manicure a mezzo tempo e vive in un modesto appartamento nelle case popolari alla periferia della città. Una famiglia come tante, relativamente povera ma dignitosa e, malgrado tutto, passabilmente felice. Poi il destino si mette di traverso. Il marito si ammala gravemente e nel giro di pochi mesi muore. La paura di non farcela, la certezza di un impoverimento ulteriore, lo spettro della miseria... Però Maria non è di quelle che si arrendono: per la sua famiglia, come ogni buona madre, è disposta a fare qualsiasi cosa. Ha 37 anni, è una donna attraente, e ha coraggio e intraprendenza. Diventa l'amante di Gennaro, ricco proprietario di un autosalone. Un giorno Gennaro le propone di trasportare un carico di cocaina da Napoli a una città della Svizzera. Ma è solo il primo passo... Per realizzare la sua piccola scalata sociale, Maria dovrà imparare altre, più aspre lezioni e condurre fino in fondo la sua guerra, senza guardare in faccia nessuno.
Pagine: 300
Casa editrice: E/O
Prezzo: 18,50 euro
In libreria: agosto 2012 



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