Colazione da Starbucks di Laura Fitzgerald





Laura Fitzgerald
Colazione da Starbucks 



La mia ricerca del chick lit perfetto continua... a rilento ma continua. Purtroppo in questi giorni ho subito una grandissima delusione da parte di una delle mie autrici preferite, tale Polly Williams, che un tempo sfornava chick lit magnifici; ultimamente il suo stile si è atrofizzato e le sue trame iniziano a essere trite. La sua firma resta comunque uno specchio per le allodole e devo dire che questa volta ci sono cascata in pieno. Ma delle mie delusioni letterarie parleremo in un'altra occasione. Oggi vi presento un libro che ho appena acquistato (sono andata in libreria per prenotare 83500 di Michela Monti che, nel caso non lo ricordaste, è uscito poche settimane fa)... e comunque. Non ho saputo resistere alla tentazione e ho preso l'ennesimo chick lit, incrociando le dita e sperando, ovviamente, di non esserne delusa. Il romanzo in questione ha un titolo molto pittoresco, anche se non particolarmente originale: Colazione da Starbucks è <<Una storia tenera e coraggiosa>>, <<Uno sguardo ironico e brillante sulle differenze tra Oriente e occidente>>, <<Un libro romantico e divertente ma che sa far riflettere>>. Così lo descrivono rispettivamente Il foglio, Publishers Weekly e Booklist, e io sono più che propensa a crederci considerando che la trama, la copertina e la bravura dell'autrice, che ho precedentemente avuto modo di 'conoscere', sono una garanzia assicurata. 
Sono una gran chiacchierona e credo che questo ormai lo abbiate capito tutti... Però dovete considerare che... okay, okay! Non c'è bisogno di arrabbiarsi, giuro che adesso la smetto! :P




Il libro: La strada tra Teheran e Tucson, in Arizona, è lunga, e la protagonista, una giovane ragazza iraniana, non ha nessuna intenzione di percorrerla una seconda volta, specie in senso contrario. Il giorno del suo ventisettesimo compleanno ha ricevuto un regalo speciale dai genitori: un biglietto di sola andata per gli Stati Uniti, a caccia di fortuna. Ed eccola in America, tra mille novità: dal suo primo Wonderbra al primo giro in scooter fino alla prima danza country, la ragazza è finalmente libera, dalle rigide regole del suo paese, dagli obblighi familiari e dal velo. Ma la legge sull'immigrazione parla chiaro: il suo visto scadrà nel giro di tre mesi, dopodiché dovrà tornare a casa. Ecco perché deve assolutamente trovarsi un marito. Non importa chi sia e cosa provi per lei, purché acconsenta a sposarla e possieda la preziosa cittadinanza. Quale americano è disposto ad accettare le rigide regole matrimoniali imposte dalla tradizione persiana e a convolare a nozze in così poco tempo? L'impresa è tutt'altro che facile e a complicare le cose ci si mette pure l'incontro con il manager di Starbucks, Ike, che, a parte avere gli occhi blu come il Mar Caspio, con l'Iran e le sue tradizioni non c'entra proprio un bel niente. È nel suo corso di inglese che Tami troverà la salvezza, e con l'incoraggiamento di un vulcanico gruppo di nuovi amici potrà continuare a coltivare il suo sogno americano.




2 commenti:

  1. questo libro non l'ho letto ma il titolo mi piace. non conosco Polly Williams ma in qualche modo capisco la tua delusione. mi è successa la stessa precisa cosa con l'ultimo libro di alessandro d'avenia io adoro questo scrittore ma l'ultimo libro non mi è piaciuto neanche un po' :-(

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