Titolo: A volte ritorno
Autore: John Niven 
Uscito il: 14 febbraio 2012
Editore: Einaudi 
Pagine: 381 - brossura
Sinossi: Dopo una vacanza di qualche secolo Dio è tornato in ufficio, in Paradiso, e per prima cosa chiede al suo staff un brief sugli ultimi avvenimenti. I suoi gli fanno un quadro talmente catastrofico - preti che molestano i bambini, enormità di cibo sprecato e popolazioni che muoiono di fame... - che Dio si vede costretto a rimandare giù il figlio per dare una sistemata. JC (Jesus Christ) gli dice: "Sei sicuro sia una buona idea? Non ti ricordi cosa è successo l'altra volta?" Ma Dio è irremovibile. Così JC piomba a NY, dove vive con alcuni drop-out e ha modo di rendersi conto in prima persona dell'assurdità del mondo degli uomini. E cerca, come può, di dare una mano. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla tv. Un gran bel modo per fare arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente ben visto dalle autorità.


Non c'è più religione.
Perché in tempo di crisi anche la fede può essere uno strumento di business. 
Però. Ammettiamo che un Dio che rientra in paradiso dopo una settimana di vacanza (equivalente a cinquecento anni terrestri), che, rendendosi conto che il mondo è allo scatafascio (di nuovo), esordisce con un secco: “Cosa cazzo sta succedendo sulla Terra?”; un Dio che fuma erba in compagnia di Jimi Hendrix e altre celebrità; un Dio il cui unico comandamento, checché ne pensi il papa di 'infedeli' e 'omosessuali' e 'astensionismo fiscale', è <<fate i bravi>>. 
Ammettiamo che un Dio del genere, se non alletta, almeno incuriosisce? Certo, i più fedeli ne saranno inorriditi -non dirò mai a mio padre di aver scritto questo post, non vorrei fare la fine di Carrie nell'omonimo libro *ammicca*. 
Io stessa sono indecisa: che valore può mai avere un libro che mette in discussione i dogmi su cui l'educazione di tutti noi, nel bene e nel male, si fonda? So cosa state pensando: il compito della letteratura è proprio questo. Confrontare, accostare, affiancare tanti tipi di mentalità, mescolarli, shakerare e stare a guardare cosa ne viene fuori. Questo concetto si ricollega al nostro precedente post, in cui si sono analizzati i diversi tipi di interpretazioni di lettura.  Ma Dio... insomma, Lui è un argomento che andrebbe trattato con tatto, sempre. E 'A volte ritorno', di tatto, sembra averne quanto un elefante in una cristalleria. Persino io, che non vado in chiesa da un bel po' di tempo, non so se sarei capace di comprare un simile libro. 
Okay, lo ammetto: questo romanzo è la tipica lettura che sa tanto di stronzata ma che, inspiegabilmente, mi attrae. 
Non nego, quindi, di esserne incuriosita. 
Dulcis in fundo, Solo.libri dice che <<John Niven con A Volte Ritorno ci presenta un romanzo di satira religiosa e morale divertente e dissacrante. Il Gesù descritto è un freak contornato da uno stuolo di anime perse (tossici, prostitute, alcolisti, ritardati, gay) e convinto della bontà umana nonostante tutto. E’ un Gesù che ama la vita e che si diverte con la musica, senza disdegnare un po’ di erba e alcol, e ovviamente le donne, che attira come api col miele. Pur essendo un romanzo leggero e veloce, John Niven mette in risalto tutte le bassezze della nostra umanità, soprattutto di coloro che cercano di rivendicare le proprie azioni e posizioni in nome di una Parola di Dio che in realtà è stata travisata o palesemente inventata. La sua è una critica ironica alla società del nostro tempo e alla religiosità fanatica che porta quasi sempre a qualcosa di sbagliato. D’altronde se tutti rispettassimo quell’unico comandamento, forse il mondo sarebbe un posto migliore in cui vivere. Perciò…Fate i bravi!>>.

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