Sedurre con i libri si può?

La mia mania di leggere tutto quello che mi capita sotto tiro -compresi volantini pubblicitari e scontrini vecchi di qualche anno- coinvolge per forza di cose anche l'acquisto di un sacco di riviste: da Focus a Il fatto quotidiano, da Torino cronaca (che leggo giusto per farmi due risate) a Donna Moderna, in casa mia c'è davvero di tutto! Due settimane fa su Gioia ho trovato un articolo davvero interessante che parla di libri e seduzione: interessante perché a scriverlo è, per una volta, un uomo, e perché parla di un aspetto che molti pochi lettori prendono in considerazione: leggere può essere considerato un passatempo... sexy?
Ecco cosa ne pensa il giornalista Paolo Madeddu, autore di questo divertentissimo pezzo: 



Tratto da Gioia di Ottobre:

LIBRO GALEOTTO 

Di Paolo Madeddu

"Ho lavorato con le riviste maschili: conosco gli articoli su come sedurre una donna col vestito giusto, l'auto giusta, il piatto giusto. Non ne ho mai scritti, quindi non so se fossero testati, però ci ho sempre visto un fondo di plausibilità: conosco più di una donna disposta ad approfondire la conoscenza spirituale di un uomo che viene all'appuntamento con una Porsche. 
Ma nessuna rivista ha mai messo in copertina un palestrato con un volume in mano e la promessa "I libri per sdraiarla!". Invece là fuori ci sono donne che si fanno più inavvicinabili per un libro sbagliato che per un calzino bianco. Così, l'idea che L'Accademia della felicità di Milano abbia inventato il bookdate, cioè uno speed date con libro, mi ha intrigato ma anche preso alla sprovvista. 
Con cosa presentarmi a delle sconosciute per (pardon) intortarle?.
Non ci ho pensato su molto (... non ho propensione). Ho scartato le cose troppo colte perché ok, magari le ho lette, ma non è detto che le abbia capite: se trovo una che viene a vedere il bluff, che faccio? E via i libri macisti tipo Fedeli alla tribù di John King, bibbia di ogni hooligan: legnate gratis a ogni pagina. 
Niente Stephen King: impossibile fare lo sguardo marpione a una donna, col mostro di It che spia dalla copertina. Folgorazione! Alice ne paese delle meraviglie. Non la versione per piccini, disneyana: l'originale di Lewis Carroll: personaggi psicotici, demolizione di ogni logica, funghi con strani effetti, feste smodate ("Venendo via, vide Lepre e Cappellaio intenti a infilare il ghiro nella teiera"), figure amabili ("Tagliategli la testa -disse la regina con fare casuale"), e una bambina protagonista. Uh, quanto ci potrei ricamare su. 
All'appuntamento fatidico, alla libreria Open di Milano la prima impressione: le donne non erano le bruttone complicate che un maschio stolido e pregiudizio (tipo me) poteva temere. Cioè, alcune sì. Ma altre no. Perché le donne leggono: tutte, o quasi. Sicché la panoramica femminile era piuttosto completa. La concorrenza maschile, più da cliché: la maggioranza sfoggiava 1) faccia intelligente 2) fisico bolso 3) vestiti allarmanti. Poi, svelta occhiata ai libri: su venti, ne avevo letti meno di metà. Non è solo colpa mia! Sia donne che uomini avevano cose spiazzanti: il saggio di un noto antropologo (Desmond Morris), uno di Don Giussani. Nulla di quanto davo per scontato -sapete, Tolkien, Siddharta, Fabio Volo, Isabel Allende... E nessuna ha portato 50 sfumature di grigio. Troppo smaccato, dai. Ma più spiazzante, devo dirlo, la modalità del bookdate in questione. Non è un vero speed date con libro, ovvero cinque minuti a tu per tu con ogni donna, un minuto per cercare di sfogliarsi, gli altri quattro per cercare di spogliarsi. No, ci hanno sistemati intorno a un tavolone facendo presentare a ciascuno il proprio libro. Così ho ascoltato anche gli altri uomini. 
A essere biechi (tipo me) la cosa consente di studiare gli errori altrui. Però il tutto risulta meno eccitante e più serio. 
Non che siano mancati momenti interessanti, legati alla confutazione dei giudizi personali: inquadrare una persona dal libro che legge senza sentire cosa dice non è così diverso dal giudicare per un vestito. La bruna col classicone ottocentesco - Jane Eyre) mi ha fatto quasi venire voglia di leggerlo. La ragazza col bestseller di Ken Follett ha premesso con sincerità: "E' un libro un po' buzzicone, ma qualcosa mi ha insegnato".
La rossa con Le lacrime di Nietzsche, di Yalom, mi ha fatto intravedere una speranza di elevazione della mia anima (ma quando ho protestato pubblicamente per i mancati tete-a-tete ha smesso di guardare nella mia direzione). E persino la mia virile spocchia nei confronti de Il piccolo principe di Saint-Exupéry è caduta sentendo il passaggio più zuccherino, quello della volpe che vuole essere addomesticata, letto ad alta voce da una fanciulla cinese. 
Alla fine abbiamo stilato la pagella: accanto ai nomi dei partecipanti potevamo cerchiare un cuoricino (un po' compromettente), un caffè (un invito a rivedersi: soluzione più cauta) o nulla. Agli organizzatori il compito di fare da Cupìdi accoppiando cuori e tazzine, mandando i responsi via email. Certo, nulla vietava di gettarsi sulla preda da subito, ma aspettando un giorno ho scoperto di aver tirato due cuori e tre caffè: invece di un uovo oggi, cinque galline domani. E ora vi lascio, ho cinque libri da leggere. "



Bé, che dire? Ho riso tantissimo nel leggerlo, per la spensieratezza con cui è scritto e perché ancora una volta queste parole confermano il fatto che i libri sono anche una buona opportunità di conoscere altre persone con interessi simili ai nostri. Paolo, se mi stai leggendo ti auguro, da fan di Jane Eyre, tanta buona pesca e, ovviamente, tantissime interessanti letture. Enjoy!

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