Parlando di... Schiava per Vendetta - Ann Owen


SCHIAVA PER VENDETTA - ANN OWEN 


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Per il titolo di questo post ho scelto un rosso cupo, come cupa e viscerale è la storia di cui sto per parlarvi. Schiava per vendetta è uno di quei romance di cui non si può parlare con superficialità. Un libro controverso, estremo, destinato a dividere l'opinione dei lettori. Un libro scritto con la spregiudicatezza tipica di chi si nasconde dietro a un nom de plume -e su questo punto le mie labbra sono sigillate, anche se sono certa di conoscere la vera identità di questa autrice. 
Il libro di Ann Owen non può che suscitare infinite polemiche: per la sua crudezza, perché racconta la storia di un amore ossessivo in cui il bisogno si traduce in una violenza sconfinata; che rende la protagonista, Jane, prigioniera dei suoi stessi sentimenti, manipolata nei suoi pensieri più intimi, nelle sue azioni più istintive. Un amore che soffoca e svilisce tutto ciò che di buono c'è in lei. Se Jane è una timida rosa d'Inghilterra innamorata da sempre di Guy, il suo fratellastro, è quest'ultimo il vero protagonista del libro: un uomo tormentato ed egoista, che del mondo ha conosciuto solo la sua implacabile violenza, che non riesce a liberarsi dell'ossessione per quella dolce ragazza con cui è cresciuto e che ha amato da sempre, e da cui si è visto più volte respingere e allontanare. Il rapporto dei protagonisti si fa più teso di pagina in pagina: la paura di lei, una vergine che non sa difendersi dal mondo; l'odio di lui, che nasconde un bisogno quasi viscerale -bisogno che porta la maschera del sesso, delle umiliazioni, di quegli schiaffi brucianti atti a sottomettere Jane, a renderla una schiava ubbidiente, a farla tendere nella spasmodica ricerca di una carezza o di una parola gentile. Ho poco apprezzato certi risvolti alla Beautiful in cui il romanzo si infittisce verso la fine: risvolti che non aggiungono niente alla trama e che anzi danno un tocco di 'già sentito' a un libro che, anche se scritto con uno stile avvincente e talentuoso, ha come protagonisti dei personaggi che a volte finiscono per essere tanto estremi da risultare quasi inverosimili -lei nella sua dolcezza e ingenuità, lui perché non nasconde un passato abbastanza brutto da giustificare quello che ha fatto. 
Perché salvo questo romanzo? Perché l'amor fou mi emoziona sempre, soprattutto se raccontato con tanta abilità e sfacciataggine. Non ci posso fare niente: a me piacciono un sacco quegli scrittori che non si sdilinquiscono in romanticherie per addolcire la pillola, per rendere meno indigeste le scene di violenza, la consapevolezza di quanto la vita possa essere ingiusta e traditrice. Schiava per vendetta è un libro che non consiglierei a tutti, ma solo a quei lettori che dell'amore sanno vedere soprattutto le zone d'ombra -quel disperato bisogno dell'essere umano di condividere il "mal de vivre" con un'altra persona.

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