Libri orrendi (parte prima): Il gioco della seduzione di Susan E.Phillips

Recensione


SUSAN E. PHILLIPS
IL GIOCO DELLA SEDUZIONE







Quando gli opposti non solo si attraggono, ma diventano inseparabili... Chicago non è pronta per l'affascinante e capricciosa Phoebe Somerville, ma quando il padre le consegna le redini della squadra di football della famiglia, tutti, lei compresa, dovranno ricredersi. Nessuno pensa che Phoebe riuscirà a risollevare le sorti della squadra, né tantomeno a far capitolare Dan Calebow, il fascinoso allenatore... Ma si sa che spesso la prima impressione è quella che inganna. Lavorando fianco a fianco, i due comprenderanno che gli opposti si attraggono irresistibilmente. E che forse vale la pena cogliere le sorprese che l'amore ci riserva, anche se non si è pronti a riceverle...



Il mio parere



Posso dirlo? Questo libro mi ha lasciata senza parole. E' di una bruttezza rara. Tiene quasi testa a Cinquanta sfumature di grigio, se non fosse che lo stile è un po' più maturo, e che i dialoghi sono sicuramente più brillanti, dotati di quella verve sbarazzina che a E.L.James manca completamente. A parte questo, sono le dinamiche della trama che proprio non funzionano. La Phillips spara una castroneria dopo l'altra, e lo fa con una disinvoltura inquietante, quasi come se fosse convinta che ciò che scrive sia perfettamente normale. Se credete che stia esagerando, aspettate di leggerlo e quasi sicuramente dopo concorderete con me. 
La protagonista, Phoebe, alla tenera età di diciotto anni ha subito uno stupro. Una cosa seria, direte voi. Sono d'accordo, ma a quanto pare alla Phillips non frega una cippa del fatto che, imbarcandosi in un argomento così delicato, e affrontandolo in maniera così spiccia, banale e insultante, avrebbe potuto turbare la sensibilità di qualche ignaro lettore. Tipo me. 
Perché, com'è giusto che sia, dopo quel triste avvenimento Phoebe ha paura degli uomini, in particolare di quelli grossi e prestanti... ma per far funzionare la storia S.E.Phillips non si è fatta scrupolo di inventare un espediente assurdo, mortificante e misero come quello che sto per raccontarvi. Perché appena Phoebe conosce Dan, bello, alto e perfetto, la sua paura di essere toccata svanisce completamente e la ragazza si trasforma in una specie di ninfomane incallita con manie di seduttrice esperta e matura. Gli fa persino un pompino. Cioè. Questa è stata violentata, ha una paura matta degli uomini, ma appena conosce la sua controparte maschile non si fa scrupoli di saltargli addosso e di votarsi al credo delle bocchinare. E' assurdo. Mortificante. Ma soprattutto è stupido. 
Ma proprio stupidostupidostupido. 
Non ho molto da dire sullo stile; in fondo questo libro è un Harmony, checché ne dica la Leggereditore, e da un'autrice di Harmony non mi aspetto 'sti gran capolavori. La Phillips non è un genio di creatività, non scrive né meglio né peggio della maggior parte delle componenti della lobby cui appartiene. 
Il protagonista maschile è il personaggio che mi è piaciuto di meno: è divorziato, ma fa sesso occasionale (e violento) con la sua ex moglie, una tizia a cui piace fantasticare di essere selvaggiamente stuprata. 
Inoltre, quando conosce Phoebe, decide che con lei farà solo delle sveltine saltuarie, e nel frattempo esce con una maestra d'asilo che secondo lui ha tutte le caratteristiche per essere la madre dei suoi figli. (compila addirittura una specie di lista mentale della spesa intitolata LA MOGLIE PERFETTA: 
-deve amare i bambini
-non deve portare minigonne, vestiti e scarpe col tacco, ma solo jeans, orecchini di perle e camicie accollate
-non si deve truccare
-non deve essere sexy
-meglio se è vergine
-e se non ha mai baciato un uomo *requisito negoziabile*
-deve arrossire spesso
-a letto deve essere dolce, timida e sottomessa)

Alla faccia del sessismo! Questo tizio è affetto da una grave forma di misoginia acuta, altro che Jack lo squarciatore!
Più squallido di così non si può. 
Ma ovviamente Phoebe (lei è una bomba sexy, ecco perché Dan non la vuole sposare e ci fa solo sesso) ne è innamorata e gli perdona tutto, persino il suo principio di poligamia e il suo considerare le donne come degli oggetti da usare a seconda delle sue necessità. 
C'è il lieto fine? Ahem, sì. Ovvio. Ma sinceramente avrei preferito che Phoebe mollasse un calcio nelle palle al suo amante e se ne tornasse a New york, in compagnia dei suoi amici gay e dei molti artisti scrocconi e squattrinati che è solita frequentare... in confronto a Dan, loro sono una compagnia mille volte più appetibile. 
La conclusione? Leggereeditore è il diavolo e io non comprerò maimaimaipiù un libro di quella casa editrice. 





2 commenti:

  1. ... non mi capita spesso di provare l'istinto di sputare su un libro. Santoddio.

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  2. Ciao Elisa, mi hai fatto ridere, anche se la penso esattamente all'opposto XD

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