“Non
giudicarmi crudele perché obbedisco all’irresistibile legge della mia forza e
della mia debolezza. Se il tuo piccolo cuore è ferito, anche il mio sanguina
con il tuo. Nell’estasi della mia grande umiliazione, io vivo nella tua calda
vita e tu morirai, morirai dolcemente… nella mia vita. Non posso farne a meno;
come io mi avvicino a te, così tu, a tua volta, ti accosterai ad altri e
capirai l’estasi di questa crudeltà che è sempre amore.”
Carmilla, J.S Le Fanu
Carmilla, J.S Le Fanu
By Matisse
Le nuove generazioni sono perseguitate dai vampiri.
Distinti in quelli che li detestano e quelli che li amano al punto tale da desiderare, in talune occasioni, di essere tramutati in splendidi immortali a loro volta (eh sì), i giovani d’oggi hanno subìto senza fiatare l’invasione di vampiri di ogni specie, nazionalità, forma e colore. Dalle creature perfette e un po’ sbrilluccicose di Twilight fino ai graziosi fratelli Salvatore de Il diario del vampiro, “noi” (mi ci infilo anche io, nel discorso) fanciulli del Duemila di vampiri ne abbiamo conosciuti veramente tanti, tutti diversi tra loro e tutti - chi più e chi meno -interessanti.
Ma vi siete mai chiesti chi siano i progenitori di quest’orda di moderni immortali?
Risposta ovvia! direte voi. Avete ragione.
L’affascinante Lestat di Anne Rice lo conosce chiunque, credo. Ma questi lo definirei più come il cugino vecchiotto (e non meno figo, diciamocelo) dei nostri vampiri di nuova generazione. Allora, su chi ricade la scelta? Sul buon vecchio Dracula di Bram Stoker? No, neanche quello.
Distinti in quelli che li detestano e quelli che li amano al punto tale da desiderare, in talune occasioni, di essere tramutati in splendidi immortali a loro volta (eh sì), i giovani d’oggi hanno subìto senza fiatare l’invasione di vampiri di ogni specie, nazionalità, forma e colore. Dalle creature perfette e un po’ sbrilluccicose di Twilight fino ai graziosi fratelli Salvatore de Il diario del vampiro, “noi” (mi ci infilo anche io, nel discorso) fanciulli del Duemila di vampiri ne abbiamo conosciuti veramente tanti, tutti diversi tra loro e tutti - chi più e chi meno -interessanti.
Ma vi siete mai chiesti chi siano i progenitori di quest’orda di moderni immortali?
Risposta ovvia! direte voi. Avete ragione.
L’affascinante Lestat di Anne Rice lo conosce chiunque, credo. Ma questi lo definirei più come il cugino vecchiotto (e non meno figo, diciamocelo) dei nostri vampiri di nuova generazione. Allora, su chi ricade la scelta? Sul buon vecchio Dracula di Bram Stoker? No, neanche quello.
Oggi sono qui per parlarvi di una progenitrice, più che di un progenitore.
Della mamma di tutti i vampiri, a mio parere, ossia… della splendida quanto
spaventosa Carmilla (o Millarca o Mircalla), contessa di Karnstein.
E chi è?
Domanda lecita. Sono qui per spiegarvelo.
Si tratta di una creatura immortale di antiche origini, una vera e propria icona
del gotico ottocentesco che, tuttavia (e con mio sommo dispiacere), ancora in
molti oggigiorno ignorano.
Carmilla nasce come raccontino di appena 100 pagine, intorno al 1872 (ben vent’anni
prima di Dracula, in pratica), dalla penna di uno scrittore di origini
irlandesi, tale Joseph Sheridan Le Fanu. L’uomo che diede origine alla nostra
crudele eroina, aveva a sua volta una vita oscura e misteriosa; i suoi giorni
furono infatti segnati da due gravi lutti (prima quello della sorella, seguito poi
dalla morte dell’amatissima consorte), dalla depressione (all’epoca si parlava più
poeticamente di melanconia) e da una
strana predisposizione al sovrannaturale. Pare che negli ultimi anni della
propria esistenza, Le Fanu si fosse relegato in casa di sua spontanea volontà,
chiudendo molti rapporti sociali e uscendo soltanto se necessario e di
preferenza nelle ore notturne: ovviamente, queste sue stravaganti abitudini
hanno contribuito molto ad alimentare l’alone di mistero attorno alla sua
figura.
Ma non vi annoierò oltre con i miei aneddoti e passerò subito a descrivervi
brevemente la trama per darvi un’idea
più ampia dell’intero racconto.
Le vicende si svolgono nella Stiria austriaca, sul finire del 19° secolo. Qui, in un vecchio e isolato maniero acquistato per pochi soldi, vivono Laura, una ricca fanciulla di origini inglesi, suo padre, ex ufficiale dell’esercito britannico, e i membri della loro servitù tra cui le due governanti: la signora Perrodon e la signorina De Lafontaine. La vita della giovane protagonista (all’epoca dei fatti ha all’incirca diciannove anni) scorre tranquilla, a tratti monotona (stiamo pur sempre parlando di una poveretta costretta a vivere tra poche persone adulte e privata di qualsiasi svago) fin quando, una notte di luna piena, non assiste a un incidente di carrozza proprio davanti al suo castello. Laura e suo padre si prestano immediatamente a offrire i primi soccorsi e così scoprono che l’unica vittima di tale incidente è una fanciulla di straordinaria bellezza, dai lunghi capelli scuri: la nostra Carmilla, per l’appunto. La madre della giovane - una donna dall’aria misteriosa - racconta ai suoi soccorritori di avere delle faccende piuttosto serie e urgenti da risolvere in un’altra città cosicché il padre di Laura si offre di ospitare la fanciulla nella propria dimora fintanto che la genitrice sarà impegnata altrove.
E così, in maniera alquanto rapida e singolare, ha inizio la vita della nostra Laura accanto alla bella Carmilla.
Laura si innamora letteralmente della propria ospite, sin dal primo momento in cui incontra il suo sguardo; tuttavia, si tratta di un amore ricambiato e ben presto le due fanciulle (che dovrebbero avere press’a poco la stessa età) stringono un legame forte, a tratti morboso (stiamo parlando di un rapporto ai limiti del saffico, badate bene), reso più solido dal fatto che Carmilla abbia difatti il volto di una giovane donna che Laura ha incontrato da bambina, nei suoi sogni, e somigli in maniera impressionante ad una sua antenata per parte di madre.
Laura è dunque affascinata dalla sua ospite, la venera, ne è ipnotizzata.
Eppure… eppure qualcosa la blocca. A volte prova nei suoi confronti un forte senso
di repulsione e disgusto, specie quando Carmilla si muove languidamente e a
fatica o le dedica parole apparentemente prive di significato in cui rimarca
quanto forte e ossessivo sia il loro
legame. Tuttavia nulla può contro la loro unione; neppure la parte razionale
della bella Laura serve realmente a qualcosa: la ragazza è soggiogata dalla sua
ospite, i suoi difetti non riescono in ogni caso a tenerla lontana da lei. E
questa dipendenza potrebbe decretare inevitabilmente la fine della sua giovane
vita a meno che...
Io nn l'ho letto carmilla, sembra interessante! mi piacciono tanto gli urban fantasy e i vampiri moderni <3 anche quelli sbrilluccicosi eheheh.
RispondiEliminalo comprerò sicuramente se lo trovo in giro.
Ciao Luisa! :)
EliminaIn realtà i vampiri sbrilluccicosi piacciono anche a me! ;) ma nulla a che vedere con questo mio primo e più grande amore :)
Sono contenta di averti incuriosito, spero ti piacerà quant'è piaciuto a me!
Un bacio
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaVoglio qst libro! Non avevo mai letto un libro con protagoniste due donne, ma è veramente saffico? o.O
RispondiEliminaNon saffico in termini "fisici": era il 1872 e se l'avessero beccato a scrivere certe cose Le Fanu avrebbe passato dei 5 minuti molto brutti! ;) Diciamo che lascia più che intuire un rapporto tra le due ragazze che va ben oltre l'amicizia. Poi ci sono anche altre scene interessanti ma non voglio anticipartele: non voglio rovinarti la sorpresa! ;)
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