Terzo appuntamento con Parole di carta, la rubrica settimanale in cui le regole sono semplicissime: 
1) prendere il libro a voi più vicino
2) aprirlo in una pagina a caso
3) riportare nei commenti -o nel gruppo, come vi fa più comodo- la prima frase su cui vi cade l'occhio.
Come al solito comincio io.
Il libro a me più vicino in questo momento è... oddio, sono in cucina quindi faccio una scappata veloce. Arrivo subito.
...
...
Arieccomi! Dunque, guardandomi attorno nella mia stanza, il primo libro che mi è capitato tra le mani è 22/11/63, l'ultimissimo romanzo di Stephen King. Non l'ho ancora letto, ma è in lista di attesa da parecchio tempo, poverino, e non vede l'ora di essere aperto. 
Ecco quindi cosa ne è uscito sfogliandone una pagina a caso:



GEORGE de Mohrenschildt fece il suo ingresso in grande stile il pomeriggio del 15 settembre, un sabato cupo e piovoso. Era al volante di una Cadillac color caffé che pareva uscita da una canzone di Chuck Berry. Con lui c'era un uomo che conoscevo, George Bouhe, e uno che non conoscevo, un tizio magro come una frusta, con una nuvola di capelli bianchi e la schiena dritta di chi ha passato molto tempo nelle forze armate e ne è ancora oggi orgoglioso. De Mohrenschildt scese dall'auto e aprì il baule. Io corsi a prendere il microfono direzionale. 


Vi passo il testimone e, tanto per ripeterci, arrivederci alla prossima settimana! 

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