Ti consiglio un libro: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury








Il libro: In un'allucinante società del futuro si cercano, per bruciarli, gli ultimi libri scampati a una distruzione sistematica e conservati illegalmente. Il romanzo più conosciuto del celebre scrittore americano di fantascienza.

Letto un paio di mesi fa, non ve ne ho subito parlato perché è difficile spiegare il mio pensiero su quello che considero uno dei libri più belli in cui abbia avuto la fortuna di incappare. Un capolavoro che dovrebbero raccomandare in tutte le scuole: è la lettura di simili componimenti che, da sola, ci aiuterebbe a essere un po' più consapevoli di noi stessi  e del peso delle nostre azioni.  
Fahrenheit 451 è stato scritto da un autore che era anche un po' un profeta: Ray Bradbury, secondo me, aveva l'occhio lungo e ha subito intuito l'enorme, mostruoso potenziale che i mezzi di comunicazione moderni avrebbero avuto su tutti noi. Il potere generato non dalla forza bruta, come possono esserlo la maggior parte delle dittature (che, non avendo l'astuzia  di manipolare il pensiero collettivo, si impongono senza nascondere quello che realmente sono, e che quindi possono essere combattute -riconoscendo un demone, lo si può sconfiggere, ma che succede se questo demone si avvale della forza di una seduzione ben più sottile e raffinata, dell'ambizione di raggiungere un ideale, una chimera, un sentimento inafferrabile come la felicità? 
Uno stato molto simile alla felicità -ma mai uguale, mai altrettanto liberatorio- secondo Ray Bradbury è scaturito dal non essere, in contrapposizione con l'essere; dal non pensare, in contrapposizione con l'interrogarsi continuamente sui misteri della vita e della natura umana. 
Il governo dittatoriale su cui verte questo libro mira, perciò, a costruire nella mente degli uomini questa illusione, e per farlo si avvale di strumenti molto potenti: la televisione, i programmi spazzatura, uno stile di vita frenetico e sempre in movimento. 
Non c'è tempo per pensare, per scavare dentro se stessi. Non c'è tempo per socializzare, per capire gli altri,  per immedesimarcisi. 
I libri sono stati dichiarati illegali, perché generano infelicità, ribellione, insoddisfazione. 
E, soprattutto, perché invitano all'auto-analisi, a porsi l'insidiosa domanda <<sono felice? sono soddisfatto della mia vita? di quello che mi circonda?>>. 
E che succede se la risposta è negativa? 
Succede che sopraggiunge la voglia di ribellarsi. Di capovolgere il sistema. Di individuare le cause della nostra infelicità, e di spazzarle via. 
Fahrenheit 451 è un libro con un potenziale enorme, che può stravolgere il modo di pensare di chi lo legge; che gli apre gli occhi, che lo fa sentire uno stupido e un disilluso. Impotente, anche, perché possiamo esercitare la nostra facoltà di scegliere chi siamo fino a un certo punto. E' la società -una società marcia, tarata, corrotta- che ci definisce, che ci plasma, che intacca le nostre abitudini, giuste o sbagliate che siano. E' un libro dalla morale assoluta, questo, un libro che va maneggiato con cura, perché può aprire uno spiraglio di consapevolezza nelle nostre coscienze otturate dalle infinite menzogne con cui siamo cresciuti e da cui dipendiamo, ansiosi di concederci la nostra dose giornaliera di illusorio benessere. 

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