Consigli di lettura: L'amore non è un foulard







SHELINA Z. JANMOHAMED
L'AMORE E' UN FOULARD 


Sarà pure uno specchio per le allodole, ma il titolo, la copertina e il paragone con la mitica Bridget Jones mi hanno incuriosita moltissimo. La Piemme è nota per aver pubblicato chik lit di tutta stima (basti ricordare Polly Williams e la sublime Emily Giffin, due delle mie autrici preferite), ma anche per averci propinato cantonate colossali.
Però questo libro sembra davvero carino, per cui ho deciso di proporvelo come una possibile lettura da ombrellone; d'altronde lo sanno tutti che d'estate è cosa giusta e buona concedersi degli sfizi... soprattutto se questi sfizi consistono in una dose di sana ironia e in una generosa spolverata di romanticismo!
Questo promette il nuovo libro di Shelina Zahra Janmohamed, che in L'amore è un foulard racconta la difficile vita da single nell'affollata, imprevedibile e caotica Londra. 






Il libro: «Non capisco perché non trovate un uomo, siete così belle e intelligenti». Così inizia la tipica conversazione tra Shelina e le sue due amiche Sara e Noreen, single come lei. È il primo dei sei stadi dell’autocommiserazione, come li ha ribattezzati Shelina. Da lì si passa a: Dove sono finiti gli uomini decenti? I migliori sono tutti impegnati (stadio 2), forse non esistono più (stadio 3). O forse siamo noi quelle sbagliate (stadio 4). Al quinto stadio esplode lo sgomento: non ci sposeremo mai e moriremo vecchie, zitelle e con la casa piena di gatti. Solo a quel punto arriva un barlume di speranza, il sesto stadio: l’uomo giusto è da qualche parte che aspetta noi, solo non è ancora pronto. Ogni donna sa di cosa si sta parlando. Nel caso di Shelina, la faccenda è ancora più complicata. Perché lei, nata in Inghilterra, studentessa di Oxford e cresciuta a Grease, musica pop e curry, è di origini musulmane. E nella sua cultura trovare Quello Giusto è una cosa seria, un’impresa collettiva che coinvolge tutta la famiglia. Shelina non si fa mancare niente di ciò che fanno le sue coetanee in cerca d’amore: appuntamenti al buio, i dubbi: gli piacerò, mi piacerà, come mi devo vestire, chiamo io o aspetto che mi chiami lui? Le delusioni, per quello che non si fa più sentire, quello che mi piaci, ma sei troppo bassa, quello che la lascia aspettare due ore al bar per vedere finire la partita. Solo che per lei gli incontri sono “allargati” e tutti, genitori, cognati, lontane zie comprese, dicono la loro. Deliziosamente sospeso tra jeans e velo, mascara e samosa, speed date e incontri combinati, una memoir ironica e spiritosa che unisce riflessioni profonde e universali sul senso dell’amore, della diversità, del rispetto tra le culture e dei pericoli dei pregiudizi a una gustosa vena chick-lit.







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