The help, recensione: sogni mai di essere qualcos'altro?

Recensione




<<Il vento della libertà inizia a soffiare>>


"Agosto 1962
Mae Mobley è nata nel 1960, in agosto, una domenica mattina presto. Quelli che nascono la domenica mattina noi li chiamiamo bambini di chiesa. Io guardo i bambini bianchi, è questo che faccio, e poi cucino e faccio le pulizie. Ne ho tirati su diciassette nella mia vita. So farli addormentare e smettere di piangere, e so farli andare di corpo prima ancora che la loro mamma scende dal letto al mattino.
Ma una piccola che urla come Mae Mobley Leefolt non l’avevo mai vista. Il primo giorno che metto il piede in quella casa, lei è lì, rossa come un peperone, che grida per il mal di pancia e spinge via il biberon come una rapa marcia. Miss Leefolt guarda spaventata sua figlia. <<Ma che cosa sbaglio? Perché non riesco a farla smettere questa qui?>>
Questa qui? Capisco subito che qualcosa non va."



The help è una storia che si legge tutta d'un fiato. Con mano attenta ed estremamente realistica,  Kathryn Stockett racconta l'inizio di un'epopea che come risultato finale vuole ottenere la semplice presa di coscienza della situazione che i neri d'america sono stati costretti a subire fino a poco meno di cinquant'anni fa. 
Lo racconta attraverso gli occhi ingenui ma incredibilmente perspicaci di Eugenia 'Skeeter' Phelan, figlia di un ricco proprietario terriero del Mississipi. Euguenia è una ragazza seria, intelligente e con la testa sulle spalle che, a differenza delle sue coetanee, ormai tutte 'felicemente' sposate, non ambisce al matrimonio, ma a una piena realizzazione lavorativa.  
Tornata a casa dal college, Skeeter non vede l'ora di riabbracciare Costantine, che lavora come governante della famiglia Pheelan da più di 25 anni. Per Eugenia Costantine non è una semplice dipendente: quest'ultima, infatti, è la donna che l'ha cresciuta, affacciandola alle difficoltà della vita, accompagnandola durante un'adolescenza costellata di insulti e prese in giro da parte dei suoi coetanei. Ma Costantine è sparita, ed Eugenia non ha la minima idea di dove colei che considera alla stregua di una seconda madre possa essersi andata a cacciare. 
Un altro degli obbiettivi di Eugenia è costruirsi una carriera giornalistica: la ragazza decide, per far colpo sulla direttrice di uno dei giornali più autorevoli di New York City, di scrivere un libro sulle condizioni delle cameriere nere che lavorano a servizio dei padroni bianchi. Convincere le cameriere a raccontare le loro esperienze non sarà facile, ma complici una serie di eventi che ledono pesantemente la dignità del loro mestiere, le donne decidono di farsi intervistare, e l'avventura ha inizio. 

<<Sogni mai di essere qualcos'altro?>>

The help è un libro che non annoia mai anche e soprattutto per la vastità di personaggi, vicende e situazioni delineate: oltre a Eugenia,  Kathryn Stockett racconta con incredibile sagacia, aggiungendoci un tocco di ironia, le vicende sentimentali e lavorative di Minny e Aibileen , due cameriere di colore alle prese con la vita di tutti i giorni in uno degli Stati più razzisti e intolleranti d'america: il Mississipi. 
Ciò che più mi ha colpito di questo libro è lo stile: The help si legge che è una meraviglia; le pagine scorrono senza che neanche te ne accorgi, il ritmo narrativo è velocissimo, perfetto per chi vuole concedersi una lettura leggera ma moralmente ed emotivamente impegnata. 
Uno dei punti forti del romanzo è il fatto che ti affezioni facilmente ai personaggi, e quando arriva il momento di dirgli addio è quasi come se ti avessero strappato una persona a te cara: dalla burbera, irascibile Minny, alla dolce e materna Aibileen, alla vivace, svampita e sfortunata Celia. Anche Eugenia è un personaggio ben costruito: una donna forte, ambiziosa, pronta a mettere tutto in discussione, persino il sistema sociale su cui si basano i suoi valori, la sua educazione, il suo modo di vedere il mondo. 
Il finale di The help è degno dell'abile penna narrativa dell'autrice: preparatevi a commuovervi, a emozionarvi, e, per i più emotivi, a versare persino qualche lacrima. 
In tutta coscienza, non posso non consigliare questo libro: un romanzo ben scritto e avvincente, che tiene col fiato sospeso fino a diventare un'ossessione: l'ossessione di sapere come andrà a finire, il desiderio di conoscere il destino di Costantine, il bisogno di avere la certezza che i personaggi riusciranno nell'impresa di denunciare una società in cui il valore delle persone non si calcola in base a meriti e azioni, ma a seconda del colore della pelle. 









Titolo: The help (L'aiuto)
Autore: Kathryn Stockett
Editore: Mondadori Omnibus
Prezzo: 18,00 euro
Pagine: 524 
Trama: È l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa opera prima che ruota intorno ai sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco. Kathryn Stockett racconta personaggi a tutto tondo che fanno ridere, pensare e commuovere con la loro intelligenza, il loro coraggio e la loro capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore.







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