Recensione


The woman in black


Autore: Susan Hill
 Polillo editore, ed. 2012, prezzo: 12 eur




Crythin Gifford, uno sperduto villaggio inglese circondato da boschi e paludi, è lo scenario di una tragica storia di odio e risentimento. Ad Arthur Kipps, giovane avvocato londinese in procinto di sposarsi, viene affidato l'incarico di gestire gli affari della defunta Mrs Drablow.
Deve quindi recarsi in quella lontana cittadina e partecipare al di lei funerale, e fin qui tutto bene. MA. La leggenda narra che il fantasma di una donna in nero compaia ai cittadini di Crythin Gifford, e che a ogni apparizione un bambino muoia di una morte inspiegabile e dolorosa.
Perché? Perché a Jennet Humfye è stato brutalmente strappato il suo adorato figlio maschio, e lei ha deciso di vendicarsi trascinandosi dietro una scia di sangue e desolazione. Il protagonista, Artur, più volte la vede e più volte cerca di scoprire perché la donna abbia deciso di ritornare dall'aldilà... perché non sia riuscita ad andare avanti.  Ne è terrorizzato, ma anche affascinato, e non resiste alla tentazione di alzare il velo di mistero che la circonda. E così prende in mano la situazione e inizia a indagare, finché una sconcertante verità sconvolge tutte le sue certezze.
The woman in black la si potrebbe quasi definire una storia d'amore. La storia d'amore tra una madre e un figlio che sono stati separati dalle convenzioni sociali, dal perbenismo, da un sistema maschilista e paternalista. E, come per tutti i grandi amori finiti male, è il tema della vendetta a dare inizio a questo racconto. 

L'impronta di 'La donna in nero' è classica, con uno stile dal sapore quasi epistolare, molto dettagliato; la Hill non lesina particolari che rendono questo romanzo a tratti prolisso, a tratti avvincente, ma sicuramente un'ottima lettura, con un finale sconcertante e pieno di phatos.
Il mio parere: a questo romanzo assegnerei tre stelline, perché il racconto è coinvolgente e il protagonista molto verosimile, estremamente umano nelle sue debolezze, a volte presuntuoso, altre semplicemente incosciente -erroneamente convinto che i fantasmi non siano pericolosi e che non possano fargli del male. Bè, si sbagliava: la maggior parte del libro non fa paura, non ci sono scene traculente né episodi particolarmente significativi. E' il finale che mi ha lasciata strabiliata, insoddisfatta, turbata: la donna in nero non è così innocua come Arthur credeva, e questo lo scoprirà a sue spese.  Di fronte alla sconcertante scoperta dell'esistenza di creature soprannaturali, Arthur inizia a vedere il mondo in tutte le sue sfaccettature; il confine tra bene e male si assottiglia man mano che la storia di Jennet verrà raccontata, e proveremo pena per lei, la giustificheremo quasi, finché, nelle ultime pagine, non saremo di nuovo indotti a odiarla e a sperare che la sua maledizione le si rivolti contro.
Un romanzo da leggere assolutamente; Susan Hill ha il merito di aver creato atmosfere avvincenti e suggestive, una trama con personaggi molto particolari, mai completamente caratterizzati, e questo è un bene perché così facendo li ha velati di mistero e complessità. Consigliatissimo!







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